Da qualche anno rimuginavo sul perché l’edilizia del calcestruzzo aveva convinto la maggior parte della gente; l’edilizia “pesante” dava maggior sicurezza alle persone e ciò probabilmente derivava da diversi fattori: sicurezza intrinseca data dal “massiccio”, sicurezza d’investimento economico dovuto all’ipotesi di durata, specializzazione della manovalanza nella costruzioni con materiali quali cls e laterizio, poca voglia dei “progettisti” di studiare e cimentarsi con tecniche e materiali diversi dal soliti e probabilmente anche altri motivi che non indagherò oltre.
Di tutto ciò però si trascuravano, e continuano ad essere trascurati, aspetti negativi non solo legati alle tecniche costruttive poco attente alle performance energetiche degli edifici, ma soprattutto allo spreco di risorse energetiche ed ambientali, oltre agli alti costi energetici necessari alla trasformazione dei materiali di partenza.
Gli edifici che definisco “tradizionali” nel senso dei materiali da costruzioni impiegati, uccidono di fatto l’edilizia: che senso ha oggi, costruire un’edificio comune che potrebbe avere un ciclo di vita di centinaia di anni?
Che senso ha tutto ciò di fronte alla velocità dei cambiamenti sociali, che si riflettono anche sulle “modalità” dell’abitare?
Le future generazioni troveranno edifici che, la maggioranza delle volte, dovranno essere demoliti ben prima della fine del loro ciclo, con enormi costi ambientali, per avere abitazioni più consone ai mutati “stili di vita”?
Non sarebbe più semplice costruire con materiali facilmente riciclabili e “rinnovabili” in un tempo pressocchè pari al ciclo di vita degli edifici, in questo modo il “fare e disfare” sarebbe: più semplice, molto più ecologico, molto più ravvicinato nel tempo (ogni generazione abita a proprio modo), con benefici sull’attività edilizia complessiva che , dopo poco tempo, sarebbe sempre impegnata a rinnovare, senza distruggere irreparabilmente risorse non riproducibili in tempi non geologici.
Dopo queste riflessioni ho deciso, con la mia famiglia, di costruire la nostra casa usando il legno come materiale principale.
Il progetto inizia nel 2004, non ci sono molte aziende che propongono costruzioni in legno e quelle che ci sono, ad alta specializzazione, in genere proponevano “modelli” predefiniti e solo qualche possibile variante di superficie complessiva su un’impianto architettonico standard.
Volevo progettarmi la casa come volevo, anche se magari meno “bella” di alcune che avevo visto.
Finalmente all’inizio del 2005 trovo un’azienda svizzera disposta a costruire la casa esattamente come il mio progetto.
Questa azienda: http://www.veragouth.com/?node=379&lng=1&vis=2&rif=30befa6285
Produce case in legno su disegno con struttura a telai più simile alle tecniche americane e canadesi che a quelle europee (Platform-frame; Ballon-frame), la tecnica mi convince per semplicità ed efficienza e così decido di realizzare con loro la mia casa.
Nel maggio 2005 realizzo la cantina.
Il 13 giugno 2005 iniziano i lavori di montaggio a secco della casa.
Su una base costituita da un solaio in latero-cemento sopra la cantina, vengono posizionate apposite “guide” in legno sulle quali montare le pareti prefabbricate in legno che, come si vede dalla foto, contengono anche gli alloggiamenti per l’impianto elettrico ed idrico-sanitario.
Poi si posizionano gli elementi che costituiscono il solaio di copertura del piano terra.
Si prosegue con il montaggio delle pareti del piano superiore posate sul solaio in legno
Infine si posano gli elementi solaio che costituiscono il tetto
La struttura “grezza” è terminata il 17-06-2005, poco più di 4 giorni di lavoro, direi che è un tempo inarrivabile per qualsiasi altra struttura, soprattutto pensando che la casa non è piccola, 2 piani di 150 mq. cadauno.
Le fasi successive consistono in:
Impermeabilizzazione della copertura
Impianto elettrico interno
Una volta terminati l’impianto elettrico ed i collegamenti principali di quelli idrosanitario si passa ai sottofondi: nel mio caso è stato usato sughero granulare, impastato con uno speciale vetrificante a presa aerea allo scopo di dare sufficiente compattezza all’insieme, con sovrastante pannello di OSB.
Impianto di riscaldamento-raffrescamento con formazione di pannelli radianti a pavimento.
I tubi in polietilene vengono poi “annegati” in un massetto in cls che costituirà una “piastra calda” continua.
Con questa fase termina il lavoro “pesante”, il resto: finitura degli impianti, posa dei sanitari e dei pavimenti rappresentano una fase divertente e lasciata molto al gusto di ognuno.